Il caos scatenato da un drone errante (anche se ancora non sia ben chiaro cosa sia successo) nell’area dell’aeroporto londinese di Gatwick, durante la stagione dei viaggi natalizi, segnerà probabilmente un nuovo punto di svolta nella battaglia tra governi e dronisti.

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Questo perché, come abbiamo notato sopra, ora abbiamo la prova che i droni, reali o meno, possono avere un impatto davvero eccessivo sui viaggi aerei e possono costare alle compagnie aeree e ai governi un fiume di denaro.

La polizia nel Regno Unito, intanto, si sta già preparando per il prossimo incidente importante, ritenendolo, ormai, solo più una questione di tempo che di evenienza.

FStoppers riferisce che, a tal scopo, la polizia si sta allenando all’utilizzo di bazooka speciali che disabilitano i droni e di cui si stava già facendo un gran parlare qualche tempo addietro.

Se da un lato sembra essere una tecnologia piuttosto interessante, c’è da notare che è ancora relativamente sperimentale. Ma questo non sembra più avere importanza, come dimostra chiaramente l’incidente di Gatwick.

All’atto pratico, il dispositivo “bazooka” viene puntato sul drone e disabilita i suoi sistemi di volo con una rete speciale, facendolo precipitare a terra. Alcuni dispositivi testati utilizzano una combinazione di metodi, ma questo è uno dei pochi che utilizza una rete fisica per assicurare che il drone venga abbattuto.

Chiamato SkyWall 100, il dispositivo è realizzato da OpenWall Engineering e può funzionare a una distanza di circa 40 metri dal drone. E’ dotato anche un paracadute in modo che il drone non resti danneggiato nella sua caduta.

Secondo le fonti aeroportuali, circa 140.000 viaggiatori sono stati direttamente colpiti dal caos scatenatosi all’aeroporto di Gatwick. Questi numeri non sono solo sconvolgenti, ma anche preoccupanti se si considera che nessuno è ancora totalmente certo dell’accaduto. Probabilmente si farà ancora un gran parlare sull’incidente del drone di Gatwick e su cosa sia realmente successo.

Ovvio che l’episodio, visto e considerato che il termine “incidente” può strizzare l’occhio ai media ma essere totalmente fuorviante di quanto accaduto, induca ad una riflessione seria di quanto l’equilibrio tra sicurezza e paranoia sia diventato così assolutamente sottile e precario.

Se da un lato risulta necessario procedere ad una regolamentazione più ampia e articolata sulla conduzione dei droni, dall’altro si dovrebbe considerare che l’estrema severità che si attende da parte degli organi regolamentativi e dai governi, peserà più da un lato di grande apprensione riguardo la sicurezza.

Se è vero che per molti organi la riduzione delle responsabilità è un sollievo, dall’altro appare evidente come l’eccessivo bombardamento mediatico renda tutto più complicato del dovuto.

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